Rosé mania: come nasce, quali sono le sue sfumature e perché è il vino dell’estate.
Un viaggio dalla vigna alla cantina per scoprire i metodi di produzione che rendono il rosé un vino unico nel suo genere.
Un vino antico che ha conquistato il mondo moderno.
Rosa non è solo un colore: è uno stile di vita, un’esperienza, un trend. Il vino rosato, oggi simbolo di eleganza e versatilità, ha origini antiche che affondano nel cuore della civiltà mediterranea. Ai tempi dei Greci e dei Romani, la vinificazione avveniva con macerazioni brevi e rudimentali, che davano come risultato vini chiari, simili ai rosati odierni.
Per secoli è rimasto nell’ombra, considerato un vino “di mezzo” tra bianco e rosso. Ma nel corso dell’ultimo decennio, il rosé ha vissuto una vera e propria rinascita culturale e commerciale, diventando protagonista di aperitivi e brunch presente presso wine bar, ristoranti gourmet e persino yacht e rooftop internazionali.
Merito anche di maison e tenute iconiche che ne hanno valorizzato la raffinatezza, come Minuty Prestige, Whispering Angel e Château d’Esclans, che hanno portato la Provenza a essere riconosciuta come la “regina rosa” del vino.
Moët Hennessy
Come nasce il vino rosé? Le 3 tecniche che danno vita a un colore iconico
Il rosato non è, come spesso si crede, un mix di vino bianco e rosso, a meno che non si parli di Champagne, dove la pratica è concessa per legge.
Si tratta di un processo preciso, che può seguire tre metodi:
- Macerazione breve
Le uve rosse vengono lasciate a contatto con il mosto solo per poche ore (di solito tra 6 e 24), giusto il tempo di estrarre un tocco di colore e qualche nota tannica. Il risultato? Un vino fresco, fruttato, con una palette cromatica che va dal rosa cipria a quello salmone.
- Salasso (Saignée)
Durante la fermentazione di un vino rosso, parte del mosto viene “salassata” e vinificata in rosato. Ne risulta un rosé più intenso, strutturato e complesso. Perfetto per chi cerca carattere e profondità.
- Pressatura diretta
Le uve rosse vengono pressate dolcemente come si fa con le uve bianche. Il mosto assume sfumature molto chiare e dà origine a rosati delicati, floreali e particolarmente eleganti.
Il rosato può essere prodotto con infinite varietà d’uva: da vitigni internazionali come Grenache, Pinot Nero, Merlot, fino a uve autoctone italiane come Montepulciano, Negroamaro, Nerello Mascalese, Sangiovese, Cannonau.
Le mille sfumature di rosa: rosati tranquilli, frizzanti e spumanti
Il mondo dei rosé è tutt’altro che monotono. I rosati possono essere:
- Fermi – ideali per la tavola, versatili negli abbinamenti.
- Frizzanti – perfetti per un aperitivo fresco e informale.
- Spumanti metodo classico o Charmat – vini di pregio, per brindisi di stile e piatti gourmet.
Tra le proposte spumante da tenere d’occhio:
- Bellavista Alma Rosé Franciacorta – cremoso, minerale, elegante: un classico contemporaneo.
- Revì Rosé Trentodoc Millesimato 2021 – bollicina alpina, raffinata e verticale.
- Cuvée Aurora Alta Langa Rosé Banfi – profonda e sapida, perfetta con salumi e tartare.
- Veuve Clicquot Rosé – vibrante ed equilibrata, una delle bollicine rosé più amate al mondo.
- Moët & Chandon Ice Rosé – l’unico champagne pensato per essere gustato con ghiaccio.
Rosé d’autore: etichette italiane che raccontano territori diversi.
Il panorama italiano del rosé riflette una molteplicità di stili e vitigni autoctoni.
Il Suranì Negroamaro Rosato, ad esempio, rappresenta l’anima del Sud: colore brillante, note di frutti rossi maturi e una lieve speziatura che si armonizza con una freschezza mediterranea persistente — perfetto per l’estate.
Sul Vulcano Rosato di Donnafugata, trasmette la mineralità vulcanica e l’eleganza dell’Etna con una sapidità vibrante e aromi di agrumi e erbe selvatiche. Il Testarossa di Pasetti, realizzato con Montepulciano d’Abruzzo, sorprende per corpo e struttura, pur mantenendo beverinità e un profilo fruttato pieno.
Purple Rosé di Castello di Ama, ottenuto da Sangiovese toscano, unisce rotondità e freschezza, rendendolo ideale con cucina fusion o piatti di pesce raffinati.
Donnafugata
Perché il rosé è il vino perfetto per l’estate (e non solo)
Il rosato ha tutto ciò che serve per brillare nella stagione estiva:
- Freschezza: va servito tra gli 8°C e i 12°C, e mantiene aromi vivaci anche sotto il sole (con l’aiuto di un buon secchiello, ovviamente).
- Versatilità: si abbina facilmente a piatti estivi, dalla cucina di mare alla carne bianca, passando per insalate, sushi, pizza e aperitivi.
- Leggerezza alcolica: spesso ha un tenore alcolico medio (12–13%), che lo rende beverino anche nelle ore più calde.
- Estetica accattivante: il colore rosa conquista anche visivamente, sia nel calice che in comunicazione.
Il rosé è anche uno dei pochi vini capaci di unire le preferenze di chi ama i bianchi e di chi predilige i rossi, offrendo un ponte sensoriale raffinato, ma accessibile.
Un brindisi in rosa… con stile
Che si tratti di un aperitivo in terrazza, di un brunch elegante, o di una cena romantica al tramonto, il vino rosato è un alleato prezioso. È sinonimo di piacere, convivialità e attenzione al dettaglio.
E quando si ha la possibilità di proporre etichette di eccellenza come Moët & Chandon Rosé, Bellavista, Donnafugata, Banfi o Château Minuty, il risultato è garantito: ogni calice diventa un racconto di luce, gusto e leggerezza.
Banfi
Non è solo il vino dell’estate, è il vino della condivisione, della bellezza semplice, della qualità che non ha bisogno di eccessi. Un rosato ben servito, scelto con cura e raccontato con passione, può trasformare ogni momento in un piccolo lusso quotidiano.
Perché il rosé non è solo rosa. È un’idea di felicità.
Fonti: Associazione Italiana Sommelier (AIS), ONAV (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino), Decanter, Wine Enthusiast, Wine Spectator , Gambero Rosso & Slow Wine